Buonasera dottore, intanto la ringrazio per
aver accettato di farsi intervistare, iniziamo
con qualche domanda su di lei.
Buona sera, certamente
Lei ha studiato a Lamezia fino alle superiori?
Si e mi sono diplomato al liceo classico F. Fiorentino
In quale università si è laureato?
Mi sono laureato presso l’università di Messina,
continuando con corsi di perfezionamento
presso gli atenei di Napoli, Firenze , Madrid,
Parigi e Master in chirurgia presso l’Università
di Catanzaro e Napoli.
Cosa ricorda della sua vita universitaria?
E’ stato uno dei periodi più belli, non potrebbe
essere altrimenti, mi sono laureato nel 1985,
le cose erano un po’ diverse da oggi, il rapporto
umano e le esperienze sociali erano la
normalità, il web non la faceva da padrone,
motivo per il quale è stato un tempo di alta
formazione non solo universitaria ma soprattutto
umana.
Quale è stata la motivazione che la ha spinta a
diventare Odontoiatra?
Sono Odontoiatra per scelta anche se la mia
famiglia conta odontoiatri da quattro generazioni.
Il motivo sostanziale è che ho sempre
vissuto la passione che mio padre metteva nel
suo lavoro ed è rimasta mia.
Cosa significa oggi fare il suo mestiere?
Credo che la mia professione sia tra le più
belle in assoluto, soprattutto piena di soddisfazioni.
Non immagina cosa significhi ridare
il sorriso alle persone che lo avevano perduto.
Il sorriso cambia la vita ed è l’anima stessa
non della felicità può sembrare esagerato, ma
di sicuro del buon vivere. Un sorriso ti aiuta a
star bene con te stesso e con gli altri.
E come è cambiato l’approccio con il paziente
da quando ha mosso i suoi primi passi ad
oggi?
Nella sostanza nulla, l’obiettivo di allora è
quello di ora: la salute orale del paziente, in
alcuni contenuti ci sono stati dei cambiamenti
radicali grazie all’avvento delle moderne
tecnologie.
L’odontofobia, oggi è meno presente
e comunque il paziente viene messo
nelle condizioni di essere completamente a
proprio agio grazie all’ausilio della sedazione
cosciente che consente anche ai pazienti più
“paurosi” di fare un’esperienza non solo indolore
ma emotivamente serena.
Quali sono le nuove esigenze dei pazienti?
Intanto il paziente non vuole provare dolore,
vuole poter avere una buona masticazione,ma
soprattutto vuole un’estetica impeccabile
.Nella routine del lavoro quotidiano prima di
costruire un sorriso ed una buona occlusione,
c’è una progettualità molto articolata che va
dalla semplice rilevazione di impronte da studio
foto ed esami radiografici, fino alla simulazione
del sorriso in modalità digitale. A tal
proposito l’uso di scanner intraorali con tecnologia
laser ci permette non solo di avere una
visione tridimensionale della bocca, ma anche
di poter interagire apportando le modifiche e
studiandole prima di applicarle nella seduta
operatoria, a volte, se necessario, il paziente
è partecipe a tutto quello che sarà il suo iter
terapeutico in maniera virtuale.
Lei lavora con i suoi figli, come questa collaborazione
ha cambiato la comprensione delle
esigenze e dei rispettivi metodi di lavoro?
I metodi di lavoro non sono dissimili, dal momento
che per passione più che per dovere mi
sono costantemente aggiornato. I figli instaurano
una competizione affettiva con il proprio
genitore ed io non mi sono tirato indietro. I
metodi di lavoro sono cambiati molto rispetto
ai miei primi anni di attività, ma sicuramente
in alcuni settori della mia professione i miei
figli sono un passo avanti. Questo mi dà sì una
sensazione di serenità ed assoluta contentezza,
ma non le nascondo che vista la natura competitiva
del mio DNA e del loro, a volte sono
costretto a dare molto di più per stare al loro
passo e tutto questo mi costa un po’ di fatica.
È stata una loro scelta seguire le sue orme?
Non ho mai proposto a nessuno dei miei figli
di fare la mia stessa professione, anzi ho accuratamente
evitato sempre l’argomento. Pur
tuttavia sia Elena che Gianmarco, dopo aver
effettuato i test sia di medicina che odontoiatria
, ed averli passati entrambi, hanno comunque
deciso di fare odontoiatria anziché medicina.
L’unico figlio che invece ha optato per
medicina è Daniele, ma ben venga, almeno
abbiamo altri argomenti da discutere quando
siamo assieme.
Nel suo percorso lavorativo ed in quello dei
suoi figli quanto è stato importate l’apporto di
sua moglie?
Nel mio percorso è stata fondamentale, se non
avessi avuto una donna con la D maiuscola
che ha retto quasi da sola tutta la famiglia e
l’educazione dei figli, sicuramente non mi
sarei potuto dedicare agli innumerevoli aggiornamenti
che in questi 36 anni di attività
ho avuto il piacere di seguire. Per i miei figli
quindi a parte l’educazione, sono stati seguiti
da mia moglie veramente in maniera impeccabile,
Lei ha dato loro il senso del rispetto
per gli altri, la responsabilità ed il senso del
dovere, di cui anche io ero testimonianza diretta
con le mie dieci ore di lavoro al giorno.
Non solo con le parole ma soprattutto con l’esempio
abbiamo inculcato i fondamentali, a
tutto il resto hanno pensato loro. Ci riteniamo
fortunati perché a volte non basta essere dei
buoni genitori, o dei buoni figli, ma si presentano
incognite che non si possono prevedere,
noi abbiamo seminato in un buon terreno, ma
anche il tempo , il clima e tutto ciò che ha ruotato
attorno a noi è stato favorevole.
A che età consiglia di cominciare a fare i primi
controlli? Ed ogni quanto?
I primi controlli già all’età di 4/5 anni non
soltanto per insegnare loro le tecniche corrette
di igiene ,ma soprattutto perché si possono
intercettare tante patologie che sfuggono
all’occhio del più attento genitore. Un controllo
preventivo può attraverso piccoli accorgimenti
evitare che i mascellari dei bambini
crescano in maniera inappropriata costringendoci