Lamezia Terme, 27 marzo 2021. In un Teatro Grandinet- ti vuoto e silenzioso si è svolto, on line, il Galà finale per premiare i vincitori della V edizione del Gran Premio del Teatro Amatoriale Italiano ospitato per la prima volta in Calabria e organizzato dalla FITA nazionale in collaborazio- ne con la compagnia teatrale I Vacantusi di Lamezia Terme e il patrocinio della Regione Calabria. L’evento è coinci- so con la celebrazione della Giornata Mondiale del Teatro con l’augurio che si possano rialzare i sipari in tutti i teatri d’Italia e si possa ritornare a condividere l’emozione dello spettacolo dal vivo e il calore degli applausi. Sul palcosce- nico la giornalista/conduttrice Ketty Riolo, sempre elegante e professionale e il proteiforme attore/cabarettista Genna- ro Calabrese che ha dato vita ad otto esilaranti personaggi (Giuseppe Conte, Luca Giurato, Cristiano Malgioglio, Papa Francesco, Alessandro Borghese, Gigi Marzullo, il gover- natore Vincenzo De Luca e un mix di voci canore famose) ognuno dei quali ha ricevuto simbolicamente il premio per ciascuna delle otto categorie vincitrici: Miglior attrice pro- tagonista Ornella Girimonti con “Filumena Marturano” della Compagnia Archivio Futuro (Napoli) che ha ottenuto anche il premio per la Miglior attrice non protagonista a Elena Maggio e quello per il Miglior allestimento sceno- grafico, Miglior attore non protagonista Nicola Marconi con “Ben Hur” - Compagnia La Moscheta (Verona), Mi- glior attore protagonista Bruno Perroni con “Il nome” del- la Compagnia Piccolo Teatro di Terracina (Latina) la quale si è anche aggiudicata i premi per il Miglior adattamento drammaturgico di un testo noto, Miglior regia a Roberto Percoco e Miglior spettacolo.
In nomination come Miglior attrice non protagonista an- che Angela Gaetano per l’interpretazione di Flaminia nello spettacolo “La cameriera brillante” della Compagnia teatra- le I Vacantusi con la regia di Imma Guarasci, spettacolo vincitore del Premio FITA Calabria 2019 e finalista, insieme ad altre tredici compagnie provenienti da diverse regioni ita- liane, al GPTA 2020.
La nomination è già un premio e per Angela Gaetano, gran- de donna e attrice poliedrica, non è la prima. Nel corso della sua ormai decennale carriera iniziata nel 2001 in un’aula della scuola dell’infanzia “G. Rodari” di Lamezia Terme dall’incontro occasionale di un gruppo di persone accomu- nate dalla stessa passione per il teatro in vernacolo con l’in- tento di preservare e di trasmettere la memoria linguistica del dialetto lametino, ha già avuto varie nomination e vinto prestigiosi premi.
Dopo le prime commedie dialettali che fanno registrare il tutto esaurito, nel 2005 si costituisce ufficialmente l’Asso- ciazione teatrale I Vacantusi. Si organizza la prima rasse- gna teatrale “Vacantiandu” con il patrocinio della Città di Lamezia Terme e del club Unesco e si coinvolgono compa- gnie teatrali amatoriali provenienti da tutta l’Italia del Sud. Poi la svolta, I Vacantusi si allontanano dalle classiche pro- duzioni che costituiscono il repertorio trito ma rassicurante delle compagnie filodrammatiche, osando e scommettendo su testi (quasi) interamente in lingua italiana di autori con- temporanei sotto la direzione di registi professionisti.
Nel corso degli anni I Vacantusi crescono, acquisiscono maggiore consapevolezza del loro “essere” attori trasfor- mando quello che era un “diletto”, un “passatempo” in un “lavoro felice” perché frutto di una scelta e di una respon- sabilità. Ma consolidano anche la loro capacità progettuale e organizzativa con la rassegna teatrale “Vacantiandu” im- pegnandosi in uno sforzo di qualità in grado di soddisfare le esigenze di un pubblico sempre più numeroso che partecipa con entusiasmo a tutti gli eventi proposti.
E così, dalla “ruga alla villa”, il percorso di Angela Gaeta- no segue simbioticamente la parabola evolutiva della com- pagnia de I Vacantusi che, nell’ottica di una crescita pro- fessionale, organizzano e frequentano laboratori con attori e registi teatrali di fama nazionale ottenendo sempre più con- sensi di pubblico e di critica e prestigiosi riconoscimenti. La comare pettegola e ridanciana della ruga in cui sono ambientate le prime opere in vernacolo diventa la rissosa villana travestita da dama nella farsa diretta da Sasà Palum- bo Francesca da Rimini e poi l’indimenticabile e irasci- bile nonna Pernella del Tartufo di Molière con la regia di Mario Maruca dimostrando una tenuta interpretativa e una maturità artistica non più “amatoriale” ma prossima ormai al professionismo.
Si conferma caratterista a tutto tondo nella commedia Cesa- re, due figlie, tre valigie con la regia di Giovanni Carpan- zano. Angela ci regala la figura di Caterina, una cameriera sciancata che diventerà baronessa. Una interpretazione ma- gistrale, dinamica, divertente, di “corpo” e di “cuore” che le vale la nomination come miglior attrice non protagonista al Premio Nazionale Portici in Teatro. Per l’intera durata dello spettacolo recita simulando una vistosa zoppia che non le impedisce di attraversare il palcoscenico usando vari mezzi di locomozione e rovinando in cadute e capitomboli che si concludono con il tormentone “Non mi sono fatta niente”. Originali le scene dietro il divano dove scompare e compare misteriosamente e “vero pezzo di teatro” il duetto con Ce- sare, basato su un equivoco linguistico che sancisce la sua bravura anche come attrice “di parola”.
Sempre più brava ed eclettica nella commedia Il morto è vivo con la regia di Giovanni Carpanzano nella quale in- terpreta più personaggi femminili. Nella realtà scenica è la pudica Donna Letizia castigata in un abito accollato che non lascia scoperte neanche le caviglie, in sogno diventa Jessica Rabbit inguainata in un conturbante e sexy tubino rosso con spacco vertiginoso o la Marilyn di “Quando la moglie è in vacanza” in abito bianco svolazzante e generoso décolleté. Angela gioca con i suoi personaggi con ironia e maestria, modulando i registri linguistici che sono propri di ciascuno e raggiungendo punte di assoluta ilarità negli innesti in dia- letto verace.
Damina incipriata e vezzosa è invece la sua Flaminia de La cameriera brillante con la regia di Imma Guarasci. Una interpretazione che la premia come Miglior attrice non protagonista alla V edizione del Premio FITA Bronzi di Riace dedicato alle migliori compagnie calabresi di teatro amatoriale. Angela si presenta in scena con graziose mo- venze e mostra un candore che si riverbera nel pallore del viso nimbato da una vaporosa parrucca bianca e nei riflessi serici del suo abito a bustier con ricami floreali. Dotata di straordinaria mimica facciale e sapiente gestualità Flami- nia/Angela sa ben coniugare i tratti infantili e capricciosi di una bimba (adorabile la scelta dei calzettoni rosa confet- to) con i desideri della donna in un alternarsi di ingenuità, stupori e lacrimevoli pene d’amore per il suo innamorato Ottavio. Financo la voce, colorata di variazioni timbriche e modulazioni con finali prolungate che virano al birignao, concorre alla definizione psicologica del suo personaggio.
Ma la sua versatilità di attrice la fa eccellere anche in ruoli drammatici quali la cattivissima kapò, incisivo “cameo” nel vibrante spettacolo di Giovanni Carpanzano Il silenzio dei vivi tratto dall’omonimo libro di Elisa Springer sulla Shoah. Angela ama il teatro e ama fare teatro. Si cala in ogni per- sonaggio con rigore e passione. Prova, riprova, si adombra, si esalta, si detesta, si accetta e si diverte. Sa mettersi in discussione con l’umiltà dei grandi, riempie la scena e la domina con naturalezza arrivando al cuore del pubblico, sa essere generosa e altruista e crede nella forza e nel lavoro di gruppo. Ecco perché ogni sua vittoria è la vittoria di tutti.